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Anteprima Nazionale
A causa di una mortificante penuria di mezzi e di idee, nell’anno del celebratissimo centenario di PPP ripieghiamo su un cosiddetto minore.
Luciano Bianciardi: scrittore, traduttore, giornalista, anarchico, grossetano esule a Milano, alcolista, deluso, per molti versi precursore del celebratissimo PPP.
E poi, in fondo, diciamocelo: con quel che s’è visto in giro quest’anno è anche un modo pe’ rispiarmia’ ‘n’antra cortellata ar povero Pasolini.
Bianciardi Luciano
Della sua vita, per quanto avvincente ed emblematica, ci importa poco. Per dirla invece con una formula politicamente corretta: non c’è modo di occuparsene nell’occasione data. Quel che conta per noi è la sua opera. Anch’essa però, va detto, è molto interessante ma eccessivamente vasta. Ci soffermeremo quindi su un singolo frammento della stessa, un volume che raccoglie alcuni interventi apparsi nella seconda metà dei “mitici anni ‘60” sul settimanale Abc: Non leggete i libri, fateveli raccontare. Ne leggeremo alcuni estratti.
Gli scritti affrontano l’annosa questione del lavoro in ambito culturale e si presentano come una guida dedicata all’esercito di giovani privi di talento che ambiscono alle professioni intellettuali, qualunque cosa significhi.
Avvertenze
Gli interventi di Bianciardi si rivolgono a chi aveva vent’anni negli anni ’60, forse oggi si rivolgerebbero agli appartenenti alla fascia d’età che va dai 25 ai 39 (limite d’età estremo per alcuni bandi pubblici e privati e per essere definiti “giovani” in Italia).
Il Paese è questo, lo stesso di Bianciardi.
È andata così, inutile piangersi addosso.
Per alleggerire la serata, i brani letti saranno inframmezzati da alcune canzoni del compianto Ciampi Piero: musicista, cantautore, poeta, livornese esule a Milano, vagabondo, alcolista, deluso, per molti versi precursore di quasi ogni altro cantautore italiano.
Un modo come un altro per dire che non ci sono più i toscani di una volta. Ma si sapeva.
Vittorio Continelli| attore, alla bisogna autore, se capita anche regista ma controvoglia e con conseguenti risultati disastrosi. Mediocre e disilluso, dal temperamento pigro, si barcamena e si mimetizza perfettamente nel panorama teatrale italiano.
Seminario Vescovile