Quanto ci fa disperare, la nostalgia? Effettivamente, fra tutte le emozioni possibili, è la più canagliesca. Innanzitutto, è nata come una malattia (da cui il suo sottile fascino morboso). In secondo luogo, se esiste un’impresa disperata, è quella del nostalgico: che cerca in tutti i modi di tornare ai luoghi in cui è stato felice (o infelice, poco importa: perché la nostalgia, appunto, trucca il passato, e lo fa apparire molto migliore di quanto non fosse quand’era presente), ma non sa, e mal gliene incoglie, che in realtà non sono i luoghi, quelli che cerca, ma perdute e lontanissime versioni di sé, che non potranno essere resuscitate nemmeno dal più intenso sforzo d’immaginazione. Con Ilaria Gaspari ci tuffiamo senza remore nel più sfrenato autolesionismo nostalgico, con un occhio a Proust e uno a Max Pezzali.
Biografia
Ilaria Gaspari ha studiato filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è addottorata all’università Paris I Panthéon-Sorbonne con una tesi sullo studio delle passioni nel Seicento. Nel 2015 per Voland è uscito il suo primo romanzo, Etica dell’acquario. Nel 2018, per Sonzogno, Ragioni e sentimenti. L’amore preso con Filosofia. Per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (2019), già tradotto in diverse lingue, Vita segreta delle emozioni (2021). Collabora con vari giornali e insegna scrittura. Vive tra Roma e Parigi.