Per via di un’antica tradizione che la associa all’uomo di genio, la malinconia gode di grande reputazione tra scrittori, artisti e intellettuali, che spesso amano farne una posa ed esibirla come segno di appartenenza a un’aristocrazia dello spirito. Alla radice sta l’idea che il temperamento saturino dia accesso alle verità più profonde sull’uomo e sul mondo. Ma a ben vedere le scoperte suggerite dalla malinconia sono spaventosamente ripetitive. Parafrasando (e rovesciando) il celebre incipit di Tolstoj, potremmo dire che tutte le intelligenze infelici si somigliano, ogni spirito felice è felice alla sua maniera.
Biografia
Guido Vitiello è nato a Napoli ma vive e lavora a Roma. Scrive per «Il Foglio», curando la rubrica Il Bi e il Ba, e per «Internazionale», dove dal 2016 è titolare della rubrica delle lettere Il bibliopatologo risponde, dedicata alle perversioni culturali. Ha collaborato per anni con il «Corriere della Sera» («la Lettura») e «Il Sole 24 Ore» («IL Magazine»). Insegna Teorie del cinema e dell’audiovisivo alla Sapienza di Roma. Il suo ultimo libro è Una visita al Bates Motel (Adelphi 2019). Per Einaudi ha pubblicato Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri (2021).