Il Festival

Il Festival della Disperazione è il primo festival italiano sulla Disperazione, il festival più letterario di tutti, forse. Da sette  anni, attraverso incontri, letture, spettacoli ed eventi il Festival della Disperazione si è inoltrato nel sorprendente e fulminante mondo della Disperazione partendo da ciò che diceva Beckett:

“La speranza non è che un ciarlatano che non smette di imbrogliarci; e, per me, io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa. Metterei volentieri sulla porta del paradiso il verso che Dante ha messo su quella dell’inferno: Lasciate ogni speranza voi che entrate.”

Un festival di taglio culturale, non un inno alla disperazione ma, piuttosto, un’esplorazione culturale e antropologica nei territori della disperazione, tema letterario per eccellenza, alla ricerca dei risvolti serissimi e ironici della stessa.

Un intero Festival dedicato alla disperazione, dunque, proprio per la convinzione che sia il sentimento, la condizione più letteraria di tutte, e che tutti quelli che scrivono, dipingono, suonano, recitano o siano in una qualche relazione con l’arte in senso lato, abbiano molto a che fare con questo sentimento che diventa la spinta principale che li muove nel fare ciò che fanno. Forse ha ragione Giorgio Agamben quando scrive che un poeta è «in balia della propria impotenza». Pur non essendo poeti crediamo capiti spesso di sentirsi così, in balia dell’impotenza, e l’ impotenza, la frustrazione, la disperazione, crediamo siano quello che ci guida nelle cose che proviamo a fare. La disperazione, inoltre, nei suoi risvolti legati all’errore, al fallimento, assume connotati altamente ironici proprio per l’assunto che l’ironia, nelle sue forme più alte, è quanto di più vicino al dolore. Il poeta Raffaello Baldini diceva: “Ma in fondo chi l’ha detto che dalla disperazione si può solo piangere?”

O ancora, come diceva Monicelli: “Mai avere la speranza. La speranza è una trappola, è una cosa infame inventata da chi comanda.”

La settima edizione del Festival della Disperazione continua la propria ricerca attorno al tema della disperazione, tra letteratura e realtà, ospitando narratori e poeti di fama nazionale, le voci più interessanti delle letterature emergenti, e ancora saggisti, musicisti, artisti, scienziati, secondo un’accezione ampia e curiosa della letteratura, che non si nega alla conoscenza di territori e linguaggi lontani dai canoni tradizionali, anche se in questa occasione in forma ridotta, anzi, ridottissima.

“La crisi del settimo anno” è la linea tematica scelta per la sesta edizione del Festival della Disperazione e che, tanto per cambiare, fotografa perfettamente la condizione attuale del Festival stesso. A un certo punto ci si stanca della fatica, dell’utopia di creare una città letteraria e della solitudine che si prova in questo percorso scellerato. Una fase di disincanto rispetto all’utilità stessa del Festival che, guardandosi allo specchio, si vede sempre più stanco, annoiato e che si sente dato per scontato. 

Il disincanto esiste? Certo che sì. Non si può essere sempre al top soprattutto nella disperazione. Le crisi, soprattutto del settimo anno, in un modo o in un altro si superano. Non ci resta che capire come. Una crisi a volte serve a ripartire con presupposti nuovi, a volte invece non serve a NIENTE.

Il Festival della Disperazione è ideato, organizzato e gestito dal Circolo dei Lettori di Andria.