COM'ERI VESTITA? What were you wearing?

In collaborazione con il centro antiviolenza “RiscoprirSi”

30 Settembre > 4 Ottobre - Biblioteca Diocesana - Ore 16:00 - 20:00

COM'ERI VESTITA? What were you wearing?

“What Were You Wearing'”, ‘Com’eri vestita? è la mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Bisogna essere in grado di suscitare delle reazioni, all’interno dello spazio della mostra, simili a quelle riportate”, afferma Brockman, per indurre le visitatrici a pensare: “ho questi indumenti appesi nel mio armadio!” oppure “ero vestita così questa settimana”. In tale contesto si rendono evidenti gli stereotipi che inducono a pensare che eliminando alcuni indumenti dagli armadi o evitando di indossarli le donne possano automaticamente eliminare la violenza sessuale. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”.

Giuseppe Civati – Dottore di ricerca in Filosofia, già deputato e segretario di Possibile. Ha pubblicato Qualcuno ci giudicherà (Einaudi 2014) e Voi sapete (La nave di Teseo 2018). Per People ha curato i volumi Liliana Segre. Il mare nero dell’indifferenza (2019), Seguendo Greta (2019), Il piano Langer (2019), oltre ad aver scritto il romanzo Fine (2019), con Marco Tiberi, e il saggio Struzzi! La testa sotto la rabbia (2020).